In data 17 gennaio 2023, dalle ore 17,45 alle ore 19,45, si è svolta la Seconda Assemblea del Comitato Genitori del Liceo Cavour per il corrente anno scolastico, con carattere straordinario, a cui sono invitate le rappresentanze studentesche, con il seguente ordine del giorno:
- motivazioni e conseguenze della passata occupazione.
La riunione si è svolta online sulla piattaforma Google Meet messa a disposizione dalla scuola. Alla riunione erano presenti per il Comitato Genitori Paola Vocca (Presidente), Francesca De Dominicis (Segretario) e i coordinatori Stefania Aquilino, Cinzia Tedesco, Maria Chiara Petrassi, Sonia Biondi e per il Consiglio di Istituto, Maura Mezzetti (presidente) e le consigliere Maria Claudia Benincà e Nicoletta Jannitti. Per il Comitato Studentesco Ilaria Vinattieri (presidente) e per la componente studentesca al CdI, Mattia Maseroli, Emanuele Santoni, Ulisse D’Ambrosio.
Nel momento di massima partecipazione erano presenti 82 genitori, tra rappresentanti al Consiglio di classe e genitori in rappresentanza di 38 classi su 47.
La presidente Paola Vocca apre l’assemblea ricordando che questa riunione è stata organizzata per ascoltare le rappresentanze studentesche e la loro percezione e gli umori a seguito dei fatti dell’occupazione. Questa riunione era stata richiesta anche dai rappresentanti dei genitori proprio per capire e valutare gli accadimenti di quei giorni, quali fossero le motivazioni e i malesseri che hanno portato agli effetti che conosciamo, quali passi potessimo fare noi come genitori per aiutare anche a riprendere il dialogo con la scuola, interrotto proprio a seguito dell’occupazione.
La presidente invita tutti all’ascolto e a mantenere un clima tranquillo e non accusatorio quando si inoltreranno le domande agli studenti.
Prima di iniziare l’assemblea viene letto un comunicato del direttivo per chiarire alcuni malintesi sorti durante i giorni di chiusura della chat del Comitato, coincidenti con l’inizio anticipato delle vacanze natalizie e i giorni della ripresa scolastica. In quel periodo gli animi non erano sereni e le pressioni erano fuori controllo. Il Comitato ha scelto quindi di lasciare libero il canale dai commenti e proseguire solo in modalità informativa, creando, come ovvio, malumori.
(Omissis) Il comunicato può essere richiesto in visione, ma non essendo necessario alla discussione si preferisce non pubblicarlo.
Dopo il comunicato e le repliche la parola passa a Ilaria Vinattieri che si presenta nel suo ruolo di presidente del Comitato Studentesco.
Si dichiara da subito disponibile a chiarire dubbi e rispondere a domande assolutamente lecite in questo periodo di grande confusione e poca comunicazione con e tra gli studenti.
Ci racconta di una situazione di forte divisione tra le componenti studentesche sull’occupazione. I rappresentanti presenti erano contrari, ma hanno cercato di rappresentare anche quella parte che l’ha decisa, in seguito ai comportamenti della dirigente che venivano percepiti come un dietrofront.
Come rappresentanti avevano organizzato una autogestione molto soddisfacente, che includeva tutte le componenti della scuola e riusciva ad essere produttiva e funzionale alla crescita delle studentesse e degli studenti, volta alla costruzione e non alla distruzione. Ma questa autogestione, non è stata gradita dalla maggior parte degli studenti che hanno deciso di occupare. A quel punto anche il Comitato studentesco ha firmato il documento di occupazione.
Per quanto riguarda il periodo di occupazione (10 dicembre – 17 dicembre, ndr) dichiara che è stato molto complicato, aggravato da momenti di grande conflitto. Anche se l’occupazione ha accolto assemblee con argomenti interessanti, il bilancio di questo periodo è stato assolutamente negativo, non solo a livello di distruzione fisica dell’edificio, ma anche a livello di distruzione dei rapporti.
Parlando di danni sa che sono molti e molto onerosi e per questo ringrazia tutti quei genitori che hanno contribuito. Come studenti stanno pensando a delle forme di raccolta fondi, come è stato in passato, e domani (18 gennaio 2023, ndr) nella assemblea del Comitato studentesco si parlerà di soluzioni in merito.
Per quanto riguarda le note non c’è stato un confronto formale tra studenti, ma si dice d’accordo in linea di principio con i provvedimenti, visto ciò che è stata l’occupazione, che reputa giusti e necessari se sono costruttivi. Proporrà così, di chiedere ai ragazzi una autodenuncia, che potrebbe tradursi, per esempio, in pomeriggi dentro scuola per sistemare, aiutare in ciò che è necessario, sperando che la dirigente scelga di non intraprendere singoli procedimenti penali. Tutti gli studenti devono capire che si può fare di meglio di quello che è stato fatto e serve fare qualcosa di costruttivo e produttivo per aiutare dentro scuola.
Ilaria spiega di non essere d’accordo nella modalità con cui sono stati presi i provvedimenti, poiché le note che sono state inserite, si sono basate su un registro in cui i ragazzi esterni venivano segnati con nome e cognome, affiancati dal nome di una studentessa o uno studente del Cavour garante per loro. Questo registro però non richiedeva anche una firma di convalida, per cui in molti casi è stato particolarmente falsato.
Si dice consapevole che come studenti hanno commesso degli errori ed è giusto che in primis ci si prendano la responsabilità.
Ilaria pensa, che l’obiettivo sia rendere questa riunione costruttiva, rispondere alle domande e rimettere insieme i pezzi. Un gruppo di genitori, non la maggioranza, ha espresso la volontà di sostenere la causa dei provvedimenti, contestando le modalità con cui sono stati presi. Sarebbe utile, per lei, che si arrivasse a una posizione comune come Comitato studenti e genitori, senza divisioni, in modo critico nei confronti della forma con cui sono stati presi i provvedimenti, perché la nota a volte ingiustificata ha generato molta rabbia.
Dichiara di capire la delusione e il risentimento della dirigenza e la difficoltà a riceverli, ma l’essere tagliati fuori dal dialogo educativo li ha rattristati.
Nel momento in cui ci sono dei ruoli di rappresentanza questi ruoli vanno rispettati e crede che si sarebbe evitata tanta confusione se i rappresentati fossero stati convocati. Un confronto come quello avuto lo scorso anno sarebbe stato funzionale e costruttivo.
Interviene Paola Vocca confermando che è giusto fare chiarezza sui provvedimenti. Ci troviamo di fronte ad una scuola che ha subito molti danni, si parla di cifre importanti, un danno all’erario enorme. Pensiamo solo che qualche mese fa non si riuscivano a trovare le risorse per sostenere il contributo di solidarietà per le gite scolastiche.
Le rappresentanze hanno ragione nel cercare il dialogo ma la preside aveva avvisato tutti che avrebbe alzato un muro.
La cosa che le preme è avere la sicurezza che il prossimo anno non accada la stessa cosa, che non ci si trovi più in una situazione del genere. L’anno scorso si è parlato, analizzato, vissuto la drammaticità di quell’evento non immaginando minimamente che quest’anno sarebbe stato ancora più drammatico. Vorrebbe delle posizioni più nette dagli studenti, per evitare che succeda in futuro.
Come intendono contribuire gli studenti? Molti genitori si aspettano una presa di posizione perché dopo il comunicato di disoccupazione, alquanto discutibile, non ci sono state altre comunicazioni.
Ilaria risponde che i rappresentati passeranno per le classi chiedendo una colletta agli studenti, poi si sta pensando di organizzare una festa di istituto e piccole azioni di raccolta fondi attraverso la vendita di felpe e altro. Le autodenunce che chiederanno, vogliono avere un taglio educativo di responsabilità e presa di coscienza, ne vogliono discutere con la dirigente a cui chiedere di assicurare che i nomi raccolti non verranno travolti da denunce penali, in modo che coloro che vorranno autodenunciarsi lo facciano serenamente. L’idea è che il provvedimento non sia fine a se stesso, ma sia qualcosa di produttivo, come abbellire la scuola, per esempio con opere d’arte nelle classi, una attività che possa creare qualcosa di bello.
Per quando riguarda la presa di posizione, il Comitato degli studenti ne discuterà domani ma la situazione è alquanto complessa. Alcune componenti scolastiche, tra cui il Collettivo, hanno preso una posizione di condanna ai risultati dell’occupazione piuttosto che all’occupazione stessa. Il Comitato studentesco potrebbe seguire questo passo. Non possiamo infatti essere contro l’occupazione in se stessa perché la comunità del Cavour ha votato a favore.
Si sta parlando di aderire a una lettera scritta da alcuni genitori riguardo alle modalità con cui sono state messe le note e di scusarsi con la dirigente, i docenti e la comunità studentesca per i danni causati.
Prende la parola Cinzia Tedesco per chiedere quali sono gli elementi contestati dell’autogestione. Ilaria risponde che il primo documento sottoposto alla dirigente era stato totalmente accettato ma essendo l’autogestione facente parte della didattica andava sottoposto al collegio docenti. In questa sede è stato modificato in alcuni passaggi, tra cui la sorveglianza passata da un servizio d’ordine fatto dagli studenti ad una sorveglianza attiva del personale, da interrogazioni volontarie in caso di carenze e recuperi ad interrogazioni obbligatorie.
Un altro genitore rappresentante prende la parola per chiedere chi ha firmato il comunicato di disoccupazione in cui i genitori venivano additati di aver raccontato falsità sui danni e su cosa accadeva all’interno della scuola durante l’occupazione. Questa cosa ha creato una grossa frattura tra i genitori, tra chi difendeva e chi accusava. E in molti si sono sentiti feriti e presi in giro.
Paola Vocca dà la parola a Emanuele Santoni, rappresentante di istituto degli studenti.
Emanuele inizia facendo una precisazione: la cifra di 80 000 euro comunicata da una associazione studentesca non è certa. La scuola ha confermato solo i 15 000 euro di danni all’attrezzatura elettronica, ma alcuni di questi erano già presenti. Si sta cercando un colloquio con la dirigente per discutere di questo tema e capire come muoversi di conseguenza.
Emanuele esprime la sua posizione personale sul ruolo che la scuola dovrebbe avere, anche e soprattutto in questo momento, volto alla formazione e a far capire a chi ha sbagliato cosa ha sbagliato. Bisogna fare una distinzione tra i ruoli che le persone hanno avuto in occupazione e si augura che sia fatto.
Ci racconta di essere stato presente tutti i giorni eppure senza vandalizzare, e il suo ruolo è stato sempre quello, a volte difficile, di costruire e limitare i danni. Nella comunità scolastica c’e chi ha partecipato passivamente non seguendo corsi, chi ha partecipato distruggendo la infrastruttura scolastica e chi non ha proprio partecipato.
In base ai diversi ruoli presi, bisognerebbe prendere dei provvedimenti diversi.
Le responsabilità sono di tutti anche di chi ha partecipato in maniera costruttiva e di questo sono pronti a farsene carico.
Non potevano fermare chi faceva i danni, sia perché la maggior parte avvenivano di notte, sia perché avrebbero dovuto fermarli con la forza, e sono pur sempre i loro compagni.
Ci dice che è una grande frustrazione sapere che alcuni non riescono ancora a capire gli errori che hanno compiuto. Ma la risposta non è né la violenza né la repressione, ma una presa di posizione da parte della scuola un pò più positiva, che finora è mancata.
Anche Emanuele è d’accordo con la proposta di Ilaria dell’autodenuncia ma vorrebbe che all’interno di questa denuncia fossero distinti bene i ruoli avuti durante l’occupazione.
Come rappresentante di istituto il suo impegno personale, che è anche un impegno politico, è che l’anno prossimo se si parlerà di occupazione non dovrà essere di questo tipo, senza delle motivazioni concrete e una protesta politica, in quel caso sarà meglio che non sia fatta. Il loro obiettivo e di tutte le componenti della scuola sarà proprio quello di coinvolgere quei pochi che non si confrontano con l’interesse della scuola, né con gli studenti, né con i professori né con la dirigenza. Si deve intervenire per sensibilizzare e si dichiara convinto che se questi soggetti avessero avuto la possibilità di confrontarsi con tutte le componenti si sarebbero resi conto della gravità delle loro azioni.
Emanuele riporta la sua esperienza relativamente al registro delle presenze per confermare quanto sia una prova parziale. Nonostante abbia partecipato, deliberatamente non ha mai fatto entrare nessuno eppure il suo nome era scritto all’interno del registro, perché conosciuto come Rappresentante di istituto e al di fuori della scuola. Chi stava all’entrata non ha verificato, non lo ha chiamato, non lo ha fatto né firmare né garantire per chi è entrato a suo nome.
Ringrazia per l’ascolto perché questo è veramente un momento importante.
Interviene Ilaria Vinattieri per rispondere sul comunicato di fine occupazione.
In realtà si trattava di una email alla dirigente girata poi ai genitori, quindi non un vero e proprio comunicato, e comprende il disappunto per la “presa in giro” ma in quel momento chi stava disoccupando si sentiva di scrivere quanto è stato scritto.
Nel momento in cui l’occupazione è stata firmata come comunità studentesca del Cavour anche quel comunicato è stato firmato nello stesso modo.
Per quanto riguarda la richiesta di denunciare chi ha fatto i danni, Ilaria pensa che sia veramente importante che queste persone prendano l’iniziativa di autodenunciarsi, per due motivi principali:
- È la cosa più produttiva e costruttiva;
- Denunciare i compagni di classe non è funzionale ma comporterebbe una spaccatura verso la comunità studentesca.
A livello studentesco non è così facile e chiede di capire che se un compagno di classe venisse denunciato sarebbe solo motivo di litigio invece che di crescita personale.
Le è stato chiesto: “Se fosse stata casa tua, avresti fermato i vandali?”
Risponde che il Cavour è più casa sua di casa sua, è li tutti i giorni dedicandosi per tanto tempo. Se fossero riusciti avrebbero fermato i vandali, ma è veramente complicato competere con persone che durante la notte, quando gli altri dormono, rompono, per esempio, gli estintori.
Prende la parola Maria Claudia Benincà. La prima domanda che pone è per sapere perché non si è collegato alla riunione anche il quarto rappresentante di istituto degli studenti. Ovviamente è una assenza che pesa nel dibattito.
La domanda principale si riaggancia a quanto già in parte detto da Emanuele, sul come stanno gestendo questa non presa di responsabilità. Le persone che hanno commesso gli errori e non hanno capito, l’impossibilità di denunciare un compagno, ma anche aver lasciato in giro prove di ogni tipo, dal registro alle foto, dal rendere noto all’esterno chi era all’interno, ha permesso di usare i nomi per le note. Ciò che è successo è gravissimo e la scuola non poteva non rispondere.
Continua raccontando il suo dolore entrando a scuola il giorno della disoccupazione. Le lacrime per ciò che stava vedendo, cosa che non le era mai capitata. Lo sgomento sulle facce dei ragazzi che erano li, inermi. Dunque per questo chiede ai ragazzi, come noi genitori possiamo dare una mano rispetto al trovare una soluzione adatta a tutti, un aiuto che non può essere solo la critica ad aver preso la nota.
Maria Claudia si dice d’accordo sull’aiutare e proteggere i ragazzi ma non vuole far passare l’impunità di atti gravi, soprattutto se chi le ha commesse non ha proprio la percezione di cosa abbia combinato. La democrazia di cui si parla quando si dice che l’occupazione è stata votata, è una sciocchezza perché far votare le prime classi con 30 alunni e i quinti con 14 alunni è ovviamente fallimentare. Chiede se hanno ragionato su questa cosa e dove li ha portati il ragionamento perché ad oggi non si è capito.
Prosegue dicendo che l’occupazione è sempre fallimentare quando non ci si prende la responsabilità delle cose che si fanno. E’ un reato penale e se necessario rischi. Chiede se i ragazzi hanno capito quali sono stati gli errori che hanno portato a questa distruzione.
Risponde Mattia Maseroli, rappresentate di Istituto. Ci dice che su questo tema, già affrontato a lungo con Maria Claudia, continua ad arrovellarsi e non è facile trovare la sintesi.
Alla domanda: “Qual è stato l’errore?” Risponde che gli errori sono stati tantissimi, e vanno alle radici di questa occupazione.
Partita dalla volontà di determinati gruppi di scuola, che prendendo a pretesto alcuni comportamenti della preside, si sono sentiti, come raccontava Ilaria, presi in giro, ma anche di non accettare l’autogestione, quasi a priori e quindi di OCCUPARE scuola PER OCCUPARE scuola. Dichiara che questo è il suo pensiero personale, la sua analisi, che non tutti condividono.
Questa occupazione già dalle premesse non poteva svilupparsi bene, proprio perché era una volontà quasi cieca, sicuramente derivata da un forte disagio che esiste. Non è da giustificare ma bisogna prendere consapevolezza che esiste qualcosa che genera malessere, che si è manifestato in un modo crudele e cruento, che ha distrutto l’ambiente pubblico, distrutto la scuola di tutte e tutti gli studenti andando a svantaggio di altri.
Ribadisce inoltre che quanto già detto da Emanuele e Ilaria, cioè che con i loro mezzi hanno provato a bloccare la deriva, prima di tutto cercando di opporsi all’occupazione poi restando li, come ha detto Emanuele dedicandosi alla riqualifica, ai corsi e cercando di far funzionare le cose.
Sicuramente si poteva fare di più e meglio, ma i mezzi erano limitati, ma si è fatto lo stesso benché fallendo. Tuttora si continua a ragionare.
“Perché non avete appoggiato la lettera che qualcuno ha provato a scrivere per bloccare l’occupazione?”
Mattia contestualizza il momento. Erano a metà dell’occupazione. Hanno deciso di entrare nel processo di redazione di una lettera, ma c’è stato uno scontro a livello ideologico. Una parte degli studenti voleva staccarsi completamente e scrivere una lettera con nome e cognome per dire di non essere d’accordo con questa scuola, un’altra parte invece non era d’accordo con questi mezzi ma voleva provare a risolvere cercando di fare una analisi completa e critica della situazione. Alla fine non si è giunti ad una quadra.
Viene chiesto “Potresti elencare i disagi?”
Mattia risponde che pur non provando disagio, è palese che esistano, anche se non riesce a indicare i motivi. Ma non trova corretto usare questo motivo per giustificare determinati comportamenti.
Ritiene importante che nella riunione del Comitato di domani le persone si autodenuncino, per presa di consapevolezza di quei comportamenti efferati e crudeli nei confronti della nostra scuola.
Nel momento in cui il processo è stato fatto a determinati studenti in modo sommario, e sono stati messi sullo stesso piano studenti che non c’entravano niente con l’occupazione, ma comparivano nel registro semplicemente perché sono conosciuti e studenti che invece hanno fatto i danni, possiamo e riteniamo necessario anche rivolgerci all’Organo di garanzia interno alla scuola essendo lo strumento che deve regolamentare questo genere di cose per capire quali di queste note siano effettivamente autentiche, e quindi quali di queste persone sono tacciate di aver partecipato all’occupazione per dati reali e quali invece per il presunto registro.
Interviene Ilaria per chiarire che i motivi del malessere si possono ricercare nelle infrastrutture decadenti, nel rapporto di poco ascolto dei prof, nei programmi rimasti fermi agli anni 80, nell’impossibilità di uno sportello ascolto aperto a tutti per la disponibilità di sole 2 ore a settimana della psicologa, nella mancanza di confronto e dialogo. I problemi esistono, ci sono modalità diverse per esprimerle e portarle alla luce.
Emanuele Santoni interviene nuovamente dicendo che riconosce un grande problema quello di essere stati troppo delegittimati come rappresentanti. Questo ha creato confusione, ha creato contenitori illegittimi, ha dato voce a persone che contavano per pochi e non per tutta scuola.
Questo è un altro motivo che si va a sommare a tutto il processo che ha portato all’occupazione e ai risultati che conosciamo. In più gli è mancato il supporto di tutti quelli che non volevano occupare. Non si sono mai posti fermamente contrari e non hanno mai partecipato alle assemblee non hanno alzato la voce, non hanno difeso la scuola.
Paola Vocca ringrazia i ragazzi che stanno dimostrando una grossa maturità, restando centrati mentre vengono travolti dalle domande.
Una rappresentante di prima chiede se i ragazzi presenti sono in contatto con le altre scuole di Roma che hanno occupato e se è andata così male anche a loro.
Un genitore di prima interviene con una riflessione. In molti sono andati anche tutti i giorni a scuola durante l’occupazione. Il prendersi cura del proprio posto, la scuola in questo caso, è una esperienza straordinaria che i ragazzi hanno provato a fare. Per lui ha più responsabilità chi non è andato mai, rispetto a chi è andato ad interrogarsi, a relazionarsi, a cercare di dar voce a quei disagi che altro non sono che ciò che gli studenti dichiarano da anni.
Domanda: “rispetto a quelli che erano gli obiettivi che cosa siete riusciti ad ottenere qual è la cosa su cui potete dire di essere cresciuti o no?”
Come genitori ci siamo e ci saremo sempre ma la relazione nella scuola è qualcosa che si devono gestire gli studenti, perché è la loro casa, è il loro percorso di crescita e devono imparare anche a capire come fare.
Per quanto riguarda i danni gravi che ci sono stati, e ancor più le pittografie, confermano che chi li ha fatti non è assolutamente in linea con quel costruire e prendersi cura di cui i ragazzi oggi ci hanno parlato.
Chiede di pensare se invece di una richiesta di autodenuncia sia meglio ricostruire i rapporti domandandosi come riprendere un ragionamento collettivo con tutti gli studenti per capire dove si è sbagliato, che cosa si poteva fare di meglio, che cosa non si deve ripetere.
Replica Ilaria Vinattieri che per quanto riguarda i danni dichiara di non avere una cifra ufficiale.
Lei è la rappresentanza studentesca nell’Organo di garanzia. I ricorsi vanno presentati singolarmente ma si proporranno con un unico testo in modo che saranno con la stessa motivazione.
I genitori possono aiutarli agendo insieme e condannando questi danni in generale, ma anche chiedendo provvedimenti giusti.
Spera che ci saranno altri momenti di confronto più sereni e condivide con l’assemblea la sua idea di affrontare le problematiche. Tutti i progetti portati avanti come studenti, dalle proposte in CdI alle manifestazioni sotto scuola, sono il loro modo, forse tra le poche scuole a Roma, di esprimere i propri disagi con idee e proposte.
Questa estate hanno partecipato al bando “Scuole Aperte” ed è stato vinto, questo terrà la scuola aperta per tutti i pomeriggi del pentamestre probabilmente dal 6 febbraio. Lo hanno scritto inserendo tanti dei temi che trovano complicati e scomodi e questo risponde a chi crede che gli studenti siano capaci di fare solo occupazione. L’occupazione di quest’anno non è stata produttiva, ci sono stati tanti errori, ma assicura che le cose produttive in questa scuola vengono fatte.
Tra le attività che si è pensato di intraprendere in questi pomeriggi aperti al Cavour un percorso di cittadinanza attiva e uno in particolare sul femminismo e sul transfemminismo, in vista della giornata a marzo contro la violenza sulle donne.
Per quanto riguarda l’occupazione nelle altre scuole, conferma che sono state occupate altre scuole con cui hanno rapporti e conferma che non tutte sono state così distruttive come quella di quest’anno.
Un genitore di prima dichiara di aver spinto lui stesso il figlio a partecipare alla settimana dell’occupazione perché è una esperienza straordinaria.
Ha partecipato due mattine e un pomeriggio facendo entrare la fidanzatina di 14 anni e per questo ha posto il suo nome sul registro delle presenze.
Si dichiara rammaricato di non aver potuto ascoltare la componente studentesca che si è fatta promotrice dell’occupazione, non conosce le motivazioni di questa assenza, sarebbe stato bello sentire anche quella parte. Ritiene che al di la della deprecabile conclusione di questa occupazione, momenti di questo tipo servano ai ragazzi per crescere per confrontarsi con i più grandi. Chiede come si pongono tutte le componenti degli organi collegiali del Liceo rispetto alle modalità autoritarie e sommarie con le quali la dirigente scolastica ha comminato provvedimenti disciplinari a studenti presi a caso, senza differenziare responsabilità oggettive e soggettive degli stessi, violando tutte le norme previste dal Regolamento di istituto e soprattutto come ci si porrà come gruppo se a questi provvedimenti dovessero seguire delle sanzioni disciplinari.
Ilaria ribadisce che la componente studentesca ha fatto errori grandi e un confronto con la dirigente sarebbe stato gradito, e forse avrebbe evitato i ricorsi.
Spera che anche il Comitato genitori condanni la modalità con cui i provvedimenti sono stati presi e non il provvedimento in se, e si augura di arrivare a firmare un documento condiviso studenti e genitori.
Paola Vocca dichiara come Comitato di non prendere iniziative ma aspetta una azione dei ragazzi. Sarà allora che il Comitato genitori li appoggerà in quelle che riterrà siano posizioni condivise.
Prende quindi la parola Ulisse D’Ambrosio.
Si presenta e dichiara di essere il più giovane dei rappresentanti, ma ci tiene a portare avanti il tema di prevenzione, dichiarandosi in prima linea per evitare che l’anno prossimo succeda qualcosa del genere, cioè una occupazione a tutti i costi.
Bisognerà fare in modo che tra gli studenti ci sia una consapevolezza degli errori fatti quest’anno.
Viene data la parola a Maura Mezzetti in quanto Presidente del Consiglio di Istituto per concludere la seduta.
Sottolinea l’importanza di non dare informazioni che possano generare disordine, come ad esempio la stima dei danni. La dirigente non poteva ricevere nessuno durante gli scrutini, né genitori né studenti, tanto che il primo appuntamento, sia per lei che per la presidente del Comitato genitori, è stato fissato per domani (18 gennaio, ndr).
Pensa che una grande mancanza è stata l’impossibilità per i ragazzi di spiegare le loro ragioni prima degli scrutini.
Ritiene che come genitore si abbia il diritto, e il dovere, di sapere cosa ha fatto effettivamente il proprio figlio confidando in un confronto con la scuola. Per questo ci riporta che circa un centinaio di genitori hanno richiesto l’accesso agli atti per capire quali sono stati i motivi con cui si sono selezionati questi 200 ragazzi.
Racconta di un forte smarrimento per una certa quota di genitori, che hanno percepito un vuoto informativo che si sta cercando, insieme, di colmare.
Per questo motivo è stata scritta una lettera che verrà condivisa tra le classi con la speranza che venga firmata da tutti con la stessa solidarietà mostrata da alcune classi con lettere mirate.
Si augura che per fare procedere i ragazzi all’autodenuncia non siano i genitori ad intervenire quanto piuttosto la dirigente.
Invita a lasciare che sia la scuola a prendere le decisioni.
Paola Vocca ringrazia Maura Mezzetti ma viene interrotta da Ilaria che sottolinea che le note sono state messe non dai docenti ma dalla preside e quindi occorre chiedere a lei spiegazioni.
La presidente del Comitato Genitori rilancia sottolineando che ci vuole chiarezza ed è per questo che il Comitato voleva ascoltare tutte le componenti. Una delle prime domande da porre alla preside sarà il motivo per cui le note non sono state messe dai docenti. Perché il collegio docenti non era in parte d’accordo come dichiara Ilaria. Sicuramente la mancata comunicazione non ha aiutato, ma da quando i ragazzi sono tornati a scuola, non c’è stato un momento, prima degli scrutini, per confrontarsi. Molti consigli di classe si sono riuniti immediatamente dopo il rientro e i verbali erano dunque già chiusi ed era impossibile intervenire.
Sarà sua cura continuare ad ascoltare tutti, oggi i ragazzi, nei prossimi giorni la Dirigente, per tirare le somme. Le ingerenze da parte dei genitori non hanno aiutato il dialogo, la nota non era un elemento discrezionale per far pagare i danni.
Condivide con l’assemblea la difficoltà emotiva con cui ha vissuto questo periodo tormentato.
Si sta cercando di fermare questo livore, per permettere a questi splendidi ragazzi di riprendere quanto più serenamente possibile il dialogo.
Ringrazia veramente di cuore i ragazzi da parte di tutti. Come Comitato dichiara la piena disponibilità per tentare il più possibile di sostenere le loro battaglie cercando di sanare questa ferita. “Esistiamo per voi”.